Ultima modifica: 28 Febbraio 2019

“I giardini delle giuste e dei giusti”

Lunedì 25 febbraio 2019, presenti la Dirigente Dott.ssa Adriana Battaglia, l’Assessore all’istruzione Federico Lupo e la Presidente del Consiglio comunale Anna Pestoni, il Baby Sindaco e il Baby Consiglio, Katya Caruso e Lella Condorelli per la Toponomastica femminile, si è proceduto, con una cerimonia tenutasi nel giardino della scuola dell’infanzia dell’Istituto A. Gabelli, alla fase conclusiva del progetto “I giardini delle Giuste e dei Giusti” con la messa a dimora dei due alberi dedicati ai due “Giusti” e la collocazione di due targhe commemorative. La terza F della secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo Aristide Gabelli, quest’anno per la prima volta, ha accolto con entusiasmo il Progetto “I giardini delle giuste e dei giusti”, che già da alcuni anni coinvolge diverse scuole. Il progetto, volto a rendere merito a uomini e donne che hanno donato il loro prezioso contributo a favore dell’umanità, si inserisce perfettamente all’interno del percorso di crescita civica ed umana, attuato nel triennio, contribuendo a dare esempi tangibili di impegno civile e di umana solidarietà, una conferma quindi che le strade del bene non sono un’utopia e che sono infinite e molteplici. Il lavoro di ricerca condivisa ha dato modo  ai ragazzi di dare vita a dibattiti e riflessioni che li hanno arricchiti culturalmente, ma soprattutto umanamente. I ragazzi si sono subito resi conto che, per fortuna, a dispetto della crudeltà e cattiveria che troppo spesso domina il nostro mondo, di contro sono veramente tanti i silenziosi eroi del bene, della giustizia, dell’amore e della pace e che sono quelli che spesso non figurano nei libri di storia, ma che meritano di essere ricordati. Con grande orgoglio hanno riscoperto la figura e l’ammirevole vita di un loro concittadino, Nunzio Caudullo, al quale viene dedicato un albero e una targa alla memoria, memoria viva nel cuore e nella mente degli anziani del paese, ma sconosciuta alle nuove generazioni, che distrattamente ne leggono il nome sulla via cittadina a lui dedicata, ma senza conoscerne la bontà e la nobiltà d’animo che lo resero caro a molti. La ricerca compiuta dai ragazzi tramite la lettura di alcune biografie scritte su questo personaggio illustre, ma soprattutto attraverso il racconto degli anziani, che ne hanno ancora vivo il ricordo, ha consentito loro di riallacciare il legame con un vissuto che fa parte integrante del loro territorio, ma che purtroppo le giovani generazioni stanno perdendo. Interessante notare il loro stupore nel constatare che infinite volte erano passati davanti alla targa riportante quel nome, ma senza essersi chiesti chi fosse e cosa avesse fatto di così importante per essergli stata dedicata. Si sono così resi conto che la “memoria” è un bene prezioso, ma che va costantemente alimentata. Questa esperienza li ha inoltre messi di fronte alla triste constatazione che l’opera meritoria delle donne è più soggetta all’azione distruttiva del tempo che ne annulla il ricordo. Per le donne molto spesso non esistono documentazioni che ne testimonino il valore, come fossero in questa vita semplici “comparse” e non protagoniste al pari degli uomini. Nonostante le difficoltà incontrate nell’identificazione della “Giusta” a cui dedicare una targa e un albero alla memoria, è stato illuminante lo studio del continente africano e delle sue problematiche e quasi senza rendercene conto ci siamo imbattuti nella figura di una meravigliosa donna, Annalena Tonelli, missionaria laica uccisa in Somalia, la cui opera incondizionata e caritatevole a favore dei più bisognosi e deboli, soprattutto dei bambini, ci ha veramente commosso. La generosità e grande capacità di prodigarsi per il prossimo di questi due “Giusti” li ha spinti a scegliere, come alberi da dedicargli, degli alberi da frutto che siano simbolo del loro perenne donarsi agli altri e nello specifico hanno preferito il mandorlo, tipico della nostra terra e riconosciuto da tutti per la sua indiscussa bellezza nel pieno della fioritura, a simboleggiare la bellezza d’animo dei nostri “Giusti”. Il mandorlo in fiore è il simbolo della rinascita, fiorendo in pieno inverno dimostra la sua grande forza e tenacia, racchiusa anche nei suoi frutti che simboleggiano la saggezza e la verità e nei bellissimi fiori di cui s’ammantano e che sono il simbolo della speranza. La crescita di questi due mandorli sarà accompagnata dalla crescita delle future generazioni rappresentate dai bambini più piccoli della scuola dell’infanzia, che con la loro giovane innocenza costituiscono la speranza di un mondo migliore ed è a loro che i ragazzi e le ragazze della terza F hanno voluto affidare il compito di averne cura ora ed in futuro come un bene prezioso.

Rosaria Baccini