Ultima modifica: 22 Gennaio 2018

U Messaggiu da Stidda Lucenti

Anche quest’anno solare si conclude con lo scambio degli auguri natalizi e la consueta recita. Consueta, ma non scontata. Al termine di un anno si “tirano le somme” su ciò che abbiamo fatto, su ciò che siamo stati  e sui buoni auspici per il futuro prossimo. Di anno in anno i bambini della nostra classe (terza A primaria) stanno prendendo coscienza di questo aspetto anche con quello che possiamo chiamare lo “strumento del teatro”, eccezionale mezzo di comunicazione e di crescita collettiva, non solo per gli attori, ma anche per gli astanti sempre coinvolti nella sua riuscita.
Il messaggio di amore verso il prossimo, di speranza per il futuro migliore e sereno, questa volta viene messo in scena nel linguaggio che più caratterizza la nostra terra: il siciliano. Nella scuola, cioè nel luogo in cui s’impara la lingua comune a tutto il nostro bel Paese, oggi sembra, agli occhi dei bambini, “stonare” recitare in dialetto. É  stata una scoperta, ma è anche stato spiegato loro il valore di questo linguaggio che apparentemente è stato cancellato…….

Recensione scritta da un genitore…Gianuario Giancarlo

Il testo interamente ideato e scritto in tutte le sue parti dalla docente Agata Galatà porta il titolo ” U Messaggiu Da Stidda Lucenti”. La scena si svolge in un contesto più che amichevole, familiare,  perché ci si accorge subito che la parlata, che prima stonava, adesso diventa un codice che avvicina i cuori e le menti. In questo ambito ruotano due generazioni: i nonni ed i nipotini. Questi, durante un litigio infantile, vengono richiamati e calmati dalla nonna Tina e dalle sue coetanee, attirando la loro attenzione su nonno Alfio invitato a “cuntari”, attorno “a conca”, la storia più bella di sempre: La Storia, appunto, che ha cambiato la nostra terra ed il nostro vivere: quella di un papà ed una mamma alla ricerca disperata di un rifugio nel quale dare al mondo “u picciriddu masculiddu”, “u bambineddu duci duci” che un giorno salverà il mondo: ” Fu accussì ‘ca na rutta nica nica, nasciu na sturia ranni ranni,…. la storia di Gesù“, dirà nannu Affiu su questo piccolo palco. Ecco ,che all’improvviso, si è tutti nella storia ed irrompono dal fondo del teatro: l’Angelo, Giuseppe e Maria col bambinello tra le braccia.
Il piccolo spettacolo vuole sottolineare che il salto generazionale, evidenzia, quanto l’esperienza dei nonni sia fondamentale per l’avvenire dei nostri bambini.
Seguono i cori cantati, sempre in dialetto,  con delle frasi di augurio che gli alunni recitano a memoria.

La conclusione gioiosa ha il sapore internazionale con il coro che intona : “We wish you a merry christmas” e “Oh happy days” seguiti dalla Maestra d’inglese Elisa Rasà. La preghiera di San Giovanni Paolo II è per i papà , le mamme e tutti i presenti, un messaggio di pace e speranza come lo è la poesia natalizia che precede gli auguri conclusivi di un buon Natale.

Questa recita ha visto i bambini della terza A maturi per affrontare un racconto e dei canti in un idioma che oramai è sempre più messo in disparte oltre che per il peso delle parti da imparare. Questo ci dimostra quanto il teatro attiri i giovanissimi e quanto li renda più sicuri di sé.
La recita si conclude, con la consueta raccolta, di generi alimentari per i meno fortunati…. Che il Natale sia per tutti.

Agata Galatà